La decisione di estrarre un dente arriva di solito a valle di una serie di attente valutazioni cliniche o strumentali. Ma in genere con l’estrazione non si chiude del tutto la faccenda. Infatti il più delle volte il dente perso deve essere sostituito da un dente finto. In questi casi è necessario prestare attenzione ai tessuti che circonderanno il futuro dente, tessuti fondamentali per una ottima integrazione biologica, funzionale ed estetica.
Cosa fare se devo togliere un dente?
La prima cosa da fare è decidere: come verrà occupato lo spazio di questo dente? Come sarà sostituita la sua funzione?
Il dente può essere infatti sostituito da un dente finto che si regge su elementi dentari adiacenti (ponte) o su un impianto (corona) che viene inserito nell’osso per supportarlo come fosse una finta radice. In questi casi è evidente che l’estrazione di un dente è solo uno step iniziale di un percorso terapeutico che deve completarsi nelle settimane successive.
Cosa succede dopo aver tolto un dente?
Ogniqualvolta il dente viene estratto, l’alveolo si riempie di sangue. Nel tempo tenderà, naturalmente e spontaneamente, a ricreare sia il tessuto osseo che quello gengivale, accompagnato però inevitabilmente da una perdita di volumi che può essere più o meno importante.
Teniamo conto infatti che l’entità di questo riassorbimento dipende da diversi fattori:
- nella zona anteriore (la zona estetica) c’è di solito un riassorbimento maggiore rispetto a quanto avviene per i denti estratti nella zona posteriore;
- la causa che ha portato all’estrazione può incidere sulle caratteristiche di questo riassorbimento.
- Se infatti il dente viene estratto per una carie che lo ha distrutto o per una frattura del dente da trauma, di solito le pareti dell’alveolo possono rimanere integre: il riassorbimento sarà minimo.
- Se invece il dente viene estratto per motivi parodontali, allora il riassorbimento successivo all’estrazione sarà di entità maggiore, perché si andrà a sommare al riassorbimento già presente per la malattia parodontale
Ci si può quindi aspettare un riassorbimento dei tessuti maggiore (e quindi una maggiore necessità di ricostruirli) nella zona anteriore della bocca oppure quando il dente viene estratto per malattia parodontale.
Perché questo aspetto è importante? Perché qualora questi volumi si rivelassero insufficienti a supportare un dente finto, bisognerà ricostruire tali tessuti.
La necessità di ricostruire i tessuti dipende dalla integrazione biologica, funzionale ed estetica del futuro manufatto protesico (che sia un ponte o una corona supportata da un impianto). Da diversi anni si utilizzano comunemente tecniche di ricostruzione dei tessuti ossei e dei tessuti gengivali, nei casi in cui questi siano andati incontro ad un riassorbimento considerevole.
Ma si può prevenire questo problema di riassorbimento dei tessuti?
Tecniche moderne aiutano a conservare il volume dei tessuti quando si toglie un dente per carie o frattura, soprattutto nella zona anteriore della bocca, quella più a rischio.
Attenzione: non stiamo parlando di tecniche finalizzate ad aumentare il volume residuo dopo un precedente riassorbimento (di cui abbiamo accennato sopra), ma prevengono a monte questo riassorbimento.
Come si previene il riassorbimento dei tessuti dopo aver tolto un dente?
Le tecniche di preservazione alveolare, di cui ormai l’efficacia è scientificamente verificata, si servono di biomateriali di origine animale o sintetica e di membrane in collagene naturale. Sono tecniche che devono essere impiegate nel momento stesso in cui avviene l’estrazione; in questi casi il paziente assumerà una terapia antibiotica ed antisettica per prevenire eventuali infezioni.
Immaginiamo quindi ci sia l’esigenza di estrarre un dente per una carie o sue conseguenze o per una frattura nella zona anteriore della bocca, e di dover sostituire il dente con un ponte o una corona supportata da un impianto: queste tecniche permettono di ridurre la necessità di successivi interventi di ricostruzione del tessuto.