All’inizio del 2021 la stampa italiana e internazionale ha dato grande risalto a una ricerca che dimostra un legame fra una carente salute dei tessuti gengivali e la risposta alle terapie nei pazienti affetti da Covid-19.
La grande attenzione dedicata a questa ricerca dai media è sicuramente influenzata dal particolare momento storico che stiamo vivendo, ma al tempo stesso, è l’occasione per riflettere riguardo il ruolo che riveste la nostra bocca per la salute di tutto il nostro corpo.
Negli ultimi dieci anni numerosi articoli hanno evidenziato rapporti tra i problemi della bocca ed alcune importanti patologie del nostro organismo. In particolare, è ormai dimostrato il rapporto esistente fra le malattie gengivali e patologie cardiovascolari, diabete, parti pre-termine. Ad esempio, nelle placche “ateromasiche”, che ostruiscono i vasi sanguigni favorendo le patologie cardiovascolari, sono state trovate forme batteriche responsabili delle malattie parodontali.
La parodontite, l’infiammazione creata dall’accumulo di particolari forme batteriche a contatto con le superfici dentali, determina una progressiva perdita di aderenza tra i tessuti di sostegno ed il dente stesso, la cosiddetta “perdita di attacco”.
Si formano in questo modo delle aree di accumulo tra i denti e le gengive, chiamate tasche parodontali. Più profonda è la tasca parodontale maggiore è il grado di coinvolgimento del dente: ma non è questa l’unica conseguenza problematica: una zona di infiammazione cronica, non curata, rappresenta una porta di ingresso per i batteri nel nostro organismo.
In questo caso a fare la differenza sono pochi millimetri; infatti, una profondità di 3 mm ha un quadro clinico ed una prognosi molto diversa rispetto ad una di 6mm.
Da parte del paziente è molto difficile riuscire ad individuare l’insorgenza di una patologia parodontale. Normalmente, i segni ed i sintomi di questa malattia sono sempre molto blandi e sfumati fino a quando la stessa non raggiunge avanzati stadi di progressione. L’odontoiatra può invece intercettare il problema già in fase precoce.
La diagnosi di un problema gengivale e la determinazione del grado di gravità e della prognosi della malattia è veramente semplice. È sufficiente fare una visita dal proprio dentista e sottoporsi, laddove l’odontoiatra lo ritenga necessario, ad una procedura clinica molto semplice chiamata “sondaggio parodontale”. Mediante uno strumento chiamato sonda parodontale, il clinico può individuare e misurare eventuali tasche presenti intorno ai denti di ciascuno di noi. Bastano 15 minuti per acquisire un’enorme quantità di informazioni.
Laddove dal sondaggio si riscontrasse la presenza di tasche parodontali, si deve approfondire l’analisi diagnostica eseguendo delle radiografie utili a delineare i profili ossei intorno ai denti e ad impostare il trattamento odontoiatrico.
La prevenzione è però la vera chiave del successo nei confronti dei problemi parodontali. Programmare un controllo periodico dal dentista, invece di ricorrervi solo in caso di problemi, è il modo per ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, sia fisico che economico. Insieme al dentista si può quindi impostare un corretto programma di prevenzione centrato su di una corretta ed efficace gestione dell’igiene quotidiana, un’alimentazione a basso impatto cariogeno e il periodico controllo odontoiatrico, integrato ad una seduta di igiene professionale.